Sonniferi! è questa la nuova frontiera del doping nel ciclismo, e lo sappiamo da quando Luca Paolini ha rivelato la sua dipendenza indicandola come punto di partenza verso il passaggio alla (ancor più devastante) cocaina.
I sonniferi non sono considerati doping dalla WADA (Agenzia Mondiale Antidoping), nonostante UCI (Unione Ciclistica Internazionale) e CADF (la Fondazione Antidoping Ciclismo) abbiano chiesto il loro inserimento nella “lista proibita”.
Solo nel 2015 sono state trovate tracce di sonniferi in 675 campioni d’urina di ciclisti (ok, non significa 675 ciclisti perché per ognuno possono esserci più campioni, comunque un bel numero no?).
Numeri di un fenomeno ormai dilagante nel gruppo, ma con quali conseguenze?
- i ciclisti non sentono la fatica, quindi riescono ad andare oltre il limite
- spingendosi oltre i limiti, i ciclisti rischiano guai muscolari perché non danno retta ai segnali che gli manda il loro fisico
- i sonniferi possono lasciare intontiti, e qualcuno ha indicato questa come causa di tante delle cadute in gruppo dell’ultimo anno
MA i sonniferi
- non sono doping
- si trovano facilmente, e a basso prezzo, in qualunque farmacia
Dunque, sono destinati a pedalare nella pancia del gruppo ancora a lungo, e in buona compagnia con altri farmaci (coprenti, stimolanti, eccetera)
Ecco un interessante approfondimento de Il Fatto Quotidiano dedicato al tema: c’è di che preoccuparsi, non trovate?